L’Italia nel 2022 si colloca al secondo posto tra i paesi dell’Ue per numero di presenze straniere, dopo la Spagna; il valore è tornato quasi ai livelli pre-pandemia, superiore a quello relativo alla media dell’Ue (44,1%) e agli altri maggiori competitor europei (Francia 27,9% e Germania 16,9%): i flussi inbound rappresentano infatti il 48,6% del totale delle presenze nelle strutture ricettive del nostro Paese.

Lo riporta l’Istat nel documento presentato il 10 maggio scorso all’Audizione presso la X Commissione della Camera dei Deputati

Complessivamente – in termini di variazione delle presenze rispetto al 2019 – il bilancio del nostro Paese è inferiore alla media dell’Ue (-7,8% contro il -5,1%), ma ciò sembra dovuto alle performance della componente domestica della clientela (-4,4% per l’Italia contro +0,6% della media Ue), la quale in proporzione ha scontato una maggiore difficoltà di ripresa rispetto alla componente inbound (-11,1% per l’Italia contro -11,6% dell’Ue).